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domenica 26 agosto 2007

Nascita di un movimento











Pubblico volentieri il primo volantino del movimento "Azione Indipendente" scritto da un nostro valorosissimo collaboratore, apparso moltissimo tempo fa, quando il progetto sembrava impossibile. E invece....




"Cari Colleghi,

In un giorno qualunque, come tanti, da far trascorrere tranquillo come le acque di un fiume dagli ampi margini; in una giornata dove una pioggiarellina viene giù da un cielo cupo e senza colore; una di quelle pioggerelline costanti ed invadenti, come i cattivi pensieri che attanagliano i momenti difficili della vita: è nel grigiore di questa giornata, che alzando gli occhi in direzione della luce giallastra dei lampioni, ci si svela un quasar di goccioline; e l’incedere lento e silenzioso della quotidianità, trascina e porta avanti , senza troppa attenzione chi, assiste senza cogliere il dramma nella sua pienezza: un’altra giornata volge al termine, lasciandoci la sgradevole sensazione di non aver prodotto nulla.

La frustante insoddisfazione ci pungola all’azione, efficace antidoto contro le miserie e la meschinità.
Fuggire il turbamento recato dallo sgretolarsi, dei sogni giovanili, delle certezze teorizzate, dal decadimento di una falsa quiete, e dalla mancanza di rispetto per il lavoro svolto; un lavoro socialmente invalidante, alienante e che arreca notevoli disagi.
Sovente siamo ritenuti dei privilegiati, ben pagati, ma ciò è chiaramente falso e basta addentrarsi nel nostro modo di venire per rendersene conto.

E dunque!! Cari colleghi,
l’azione è una proiezione dell’individuo nel vivere, quel luogo obbligato, dove l’uomo stesso, proiettandosi diviene il tassello di collegamento del passato col futuro passando per il presente, il suo collocamento perfetto fa sì che il divenire stesso diventi la proiezione della sua azione, e quindi solo destandosi dal sonno si giunge alla consapevolezza di dover agire per il proprio destino, diventato oggi sempre più incerto e enigmatico.
Questi germogli di coscienza, ora, dovranno fiorire e aprire una nuova primavera, che ci veda impegnati a recuperare un rapporto sereno con il mondo del lavoro, ricercando la dignità e il rispetto dei diritti, travolti da una realtà indolente e accidiosa.
Solo lottando contro la nostra stessa ipocrisia, potremo uscire dal conformismo che ci vede relegati in una gabbia per polli, dove si perde l’identità.
Calandoci nei nostri più intimi pensieri, scopriamo di essere inabissati, in un cumulo di fatti narrati che ci tolgono la capacità di discernere il vero dal falso, costringendoci a vivere e rifugiarci in convinzioni qualsiasi, facendo così il cattivo gioco di chi ci vuole solo capaci di “produrre”.
E’ tempo di reagire con tenacia, in questo momento di vuoto assoluto, per mantenere alta l’attenzione alla nostra drammatica realtà, che ci toglie la dignità di lavoratori.

Unirsi per rivendicare, con la forza della parola, senza violenza, ma con estrema fermezza,
i nostri diritti.
Le ragioni manifestate con il dissenso, ribellandosi a chi ci obbliga alla cieca obbedienza: non è atto di violenza. La soppressione dei diritti è violenza, e il ricatto una mano armata."


Mala tempora currunt et faber est suae quisque fortune

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